SYD BARRETT:CRAZY DIAMOND Pt.2
Tutti vorrebbero che Syd Barrett fosse qui. Lui che per primo ci ha svelato la grande truffa del rock,nel mezzo dell’estate dell’amore del 1967,con le parole di “Jugband Blues”,alla fine di A Saurceful Of Secrets (“E cos’è esattamente un sogno? E cos’è esattamente uno scherzo?).
Per primo ha visto la realtà attraverso l’occhio di vetro della droga e della follia,portando a galla,nelle sue canzoni,ricordi d’infanzia e nozioni astrologiche.
A Syd sono bastati tre album (il primo con i Pink Floyd,The Piper At The Gates Of Dawn,più due da solista,The Madcap Laughs e Barrett) e alcune canzoni sparse,per lasciare un’impronta indelebile.
All’inizio degli anni ’60 è folgorato dal rock n’ roll e dal blues,amori che condivide con gli amici di Cambridge,tra cui David Gilmour,il chitarrista con cui passa un’estate a cantare per starda,nel sud della Francia. Quando si trasferisce a Londra,per studiare arte alla prestigiosa Camberwell School,divide l’appartamento con un amico,lo studente di architettura Roger Waters. E’ lui che lo invita negli Screaming Abdabs,una band di cover rhythm n’ blues che Roger ha formato con altri studenti,Nick Mason e Richard Wright. Syd entra nel gruppo e lo ribattezza The Pink Floyd Sound,togliendo poi il “sound” dal nome e fornendo un repertorio di canzoni inedite,scritte da lui.
Le domeniche pomeriggio del 1966 i Pink Floyd le passano al Marquee Club,suonando per la bella gente dell’underground londinese. Non si era mai sentito,né visto,niente del genere. Barrett è il frontman e il chitarrista di una band stellare. Usa gli effetti e suona la chitarra in modo particolare,con un senso del tempo e delle battute diverso da chiunque altro. A guardarlo all’UFO club,altro ritrovo della londra sotterranea di fine ’66,ci sono Paul McCartney,Jimi Hendrix e Pete Townshend. I Pink Floyd diventano il gruppo di punta della nuova scena psichedelica inglese e arrivano anche in classifica con i singoli scritti da Barrett,”Arnold Layne” e “See Emily play”. Quando esce il loro primo album,nell’estate del ’67,la mente di Syd comincia a vacillare. Deluso dal business del rock,snervato dalla pressione dell’ambiente,fuori di testa per gli acidi,malato di schizofrenia: Syd è una o tutte queste cose insieme. Di certo si allontana,senza curarsene,dalle vicende del gruppo. Nei concerti suona un’unica nota oppure nemmeno si presenta sul palco;e se lo fa,non conosce la scaletta. Nel gennaio del ’68 è proprio l’amico David Gilmour a sostituirlo,mentre lasciano i Pink Floyd anche i due manager che avevano contribuito alla loro ascesa. Uno di loro,Pete Jenner, segue Syd e lo porta in studio di registrazione per il disco d’esordio che esce dopo session interminabili e frammentarie,dal maggio ’68 all’ottobre ’69. poi Barrett torna a Cambridge e capita a londra solo per un secondo disco dalla registrazione dammatica. Non riesce più a ricordare accordi e parole e bisogna registrare tutto quello che suona,la prima volta che lo fa. La produzione è affidata ad un paziente Gilmour che consegna alla storia un album di canzoni strappate all’inconscio di un’anima persa. All’Olympia di Londra,nel suo ultimo concerto, Barrett se ne va dopo appena quattro canzoni,appoggiando a terra la chitarra,come se niente fosse. I Pink Floyd lo rivedono cinque anni dopo,durante le registrazioni di Wish You Were Here. Syd è senza capelli,grasso e trasandato. Da allora,ogni tanto qualcuno lo fotografa,fuori da casa sua. Forse non ha più toccato la chitarra ma dipinge. Forse si è sporto troppo dal burrone e il vuoto,alla fine,l’ha preso e tenuto on se.
Discografia:
The Madcap Laughs (1970)
Il debutto di Barrett è ancora una sorpresa per le orecchie. Melodie stravaganti,liriche bizzarre e una fragilità genuina nell’interpretazione.
Barrett (1970)
Prodotto da David Gilmour con estrema pazienza,con Wright alle tastiere e Jerry Shirley degli Humble Pie è il secondo e ultimo album di Syd. Il Senso del tempo e la struttura dei brani sono legati allo stato mentale dell’autore e seguono delle linee imperscrutabili. Rock da seduta psichiatrica.
Opel (1988)
A conferma del continuo interesse per Barrett,una compilation di canzoni inedite che la EMI pubblicò dopo che una serie di bootleg aveva invaso il mercato tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’80. diverse out-takes e rarità. Completa i due album precedenti.
Wouldn’t You Miss Me?The Best Of (2001)
La compilation più recente. Gilmour ha dato ai produttori la traccia “Bob Dylan’s blues” ,un demo da lui prodotto ne febbraio del 1970,con Syd alla voce e alla chitarra acustica. La traccia svela qualcosa in più delle influenze del fondatore dei Pink Floyd. L’ordine dei brani,purtroppo,non è cronologico.
Dome
1 Comments:
siamo felici che vi piaccia..kiss kiss bang bang dome
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